Abitudini: come creare le basi per un cambiamento
Sarà che un po’ tutti rientriamo dalle ferie alla nostra quotidianità, sarà che già con i primi temporali di agosto si inizia a sentire la fine dell’estate, sarà che conserviamo l’imprinting dell’inizio della scuola che per anni ci ha attesi in questo mese…settembre come gennaio è un mese di inizi e di buoni propositi.
Ho anche io la mia “lista”, breve ma varia, e magari condividerò i miei nuovi obiettivi anche qui, ma oggi quello di cui voglio parlare è un libro che secondo me può essere molto utile proprio in un momento come questo: “Fattore 1%” di Luca Mazzucchelli, ovvero un libro sul potere delle abitudini e soprattutto sul modo migliore per crearne di nuove.
Eh sì, perché uno dei motivi per cui a volte i nostri buoni propositi restano sulla carta, è il fatto che nascono come qualcosa di teorico ed eccezionale, e non riusciamo a integrarli veramente nella nostra vita, o ancor prima nella nostra giornata.
Questo libro spiega come la motivazione non basti a realizzare un cambiamento, grande o piccolo che sia, perché ci dà soltanto la spinta iniziale magari, ma non ci aiuta a portare avanti nel tempo i nostri progetti: per questo è fondamentale creare l’abitudine.
Che cosa è l’abitudine?
“L’abitudine è il nostro modo di reagire alle cose senza pensarci”: la maggior parte delle abitudini deriva dagli insegnamenti che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, dalla nostra educazione, ma anche dall’osservazione degli altri. La buona notizia è quindi che le abitudini possono essere apprese, e che quindi possiamo consapevolmente crearne di nuove, funzionali al cambiamento che vogliamo realizzare nella nostra vita.
Come fare? Prima di tutto ricordando il “fattore 1%”, ovvero che il segreto del successo è scomporre in una piccolissima parte il nostro obiettivo, in un cambiamento minimo rispetto al quale minima sarà la nostra resistenza: quell’1% sarà sufficiente ad aprire la breccia anche a cambiamenti di grande portata!
Anatomia dell’abitudine
L’abitudine si forma ripetendo un comportamento più volte nel tempo: per un piccolo cambiamento potrà bastare qualche settimana, per un cambiamento più significativo potranno servire dei mesi.
Al di là del tempo necessario a consolidare l’abitudine, questa però dovrà avere alcune caratteristiche che la renderanno sostenibile, e quindi veramente efficace: ovvero dovrà essere attivabile con poco sforzo, raggiungibile per le nostre possibilità e coinvolgente, cioè in linea con i nostri interessi.
Questo è un aspetto molto importante e che viene approfondito nella premessa del libro: se vogliamo realizzare un cambiamento, questo dovrà essere allineato con ciò che noi siamo, con i nostri valori e prima di tutto con le nostre emozioni. Le nostre emozioni, sia positive che negative, infatti, ci dicono molto di noi e di quello che desideriamo veramente nella nostra vita.
Nel libro si trovano degli spunti molto interessanti anche dal punto di vista operativo.
Per esempio, uno dei principi di costruzione delle abitudini è “0 giorni 0”: non lasciar passare un giorno senza fare qualcosa, anche di piccolo, allineato alla nuova abitudine che vogliamo costruire. Per esempio, se vogliamo iniziare ad andare a correre la mattina, e un giorno ci svegliamo con poca energia o con un acquazzone, piuttosto facciamo mezz’ora di stretching, ma non rinunciamo completamente al nostro proposito di fare con costanza attività fisica.
Un altro consiglio è quello di monitorare i nostri progressi: siamo biologicamente programmati per ricevere un feedback immediato rispetto a ciò che facciamo, e questo ci porta a cercare soddisfazione immediata in ogni nostra attività, e nel perdere interesse in quello che non ce la dà. Utilizzare un tracker per la nostra nuova abitudine può darci ogni giorno quel feedback positivo che ci aiuterà a portarla avanti nel tempo.
E allora, sei pronto a pensare i tuoi obiettivi di settembre come nuove, piccole abitudini?
Se ti interessa approfondire l’argomento, trovi il libro qui.